Filippo Galbiati Primario di Pronto Soccorso in Medicina d’urgenza ci racconti un pò la sua storia:
La mia storia professionale si è svolta prevalentemente a Niguarda, sono qui da quasi vent’anni e per scelta ho sempre lavorato in Pronto Soccorso. Nonostante le fatiche di questo lavoro, mi sono ben presto appassionato alla medicina d’ urgenza ed è stata una mia scelta quella di svolgere tutta la mia attività professionale all’ interno del dipartimento d’emergenza ed in particolar modo del Pronto Soccorso. È un lavoro che mi piace, mi piace ancora adesso, vengo a lavoro molto volentieri, corrisponde ad un profilo personale della mia vita di cui sono molto contento. Da qualche mese, dopo il pensionamento di un grande primario che abbiamo avuto che è stato Andrea Belloni, svolgo la funzione di Direttore di facente funzione della Medicina d’urgenza del Pronto Soccorso.
Com’è nata l’idea dell’Associazione Piesse?
L’Associazione Piesse nasce da un’intuizione di Alessandra Marzari, una collega che lavora con noi da tanti anni e che ha scelto anche lei di entrare nel contesto dell’ emergenza con le sue competenze chirurgiche, ed è stata un’ intuizione motivata da due ragioni. La prima legata alla percezione che il Pronto Soccorso sia un sistema aperto al territorio che ha bisogno di relazione con soggetti esterni: una relazione di dialogo, di interscambio e di maturazione culturale con tutti quelli che sono i sistemi dei servizi d’ urgenza che offre il Pronto Soccorso. La seconda motivazione credo sia dovuta al fatto che lei, lavorando cosi a lungo a Niguarda, ospedale bello e complesso, sa bene con chi ha a che fare nella sua attività quotidiana. Aspetto fondamentale è la presenza di tanti giovani associato quindi al fatto che il tema della formazione sia un argomento fondamentale per la qualità dei servizi e per il futuro. Per questo credo che Alessandra abbia avuto questa giusta intuizione di proporre l’istituzione di un’ Associazione.
Cosa vede nel futuro sia di Piesse che del Pronto Soccorso di Niguarda?
A me il Pronto Soccorso è sempre piaciuto perché a differenza di altri reparti (ambulatori o servizi ospedalieri) ha una caratteristica: non ha filtro rispetto alla comunità, alla società e ai suoi bisogni. Al Pronto Soccorso può venire chiunque ventiquattro ore al giorno, ed è questa apertura che mi è sempre piaciuta: il fatto di non avere dei filtri, di non avere nè una selezione nè delle prenotazioni. Il futuro del Pronto Soccorso è quello, a mio avviso, del dialogo con il territorio e quindi tutto quello che sta anche in qualche modo maturando culturalmente sui temi dei casi della salute, del rapporto con i medici di medicina generale, del rapporto con i servizi di territorio. Questo è uno sforzo di organizzazione per chi si occupa di governare questi processi, innanzitutto uno sforzo di ordine culturale di cambiamento, di come sempre abbiamo immaginato il ruolo dell’ospedale all’ interno della comunità. Da questo punto di vista la fondazione può fare molto bene per accompagnare questo processo di maturazione culturale.