Riccardo Colombo: “Il Pronto Soccorso insegna un po’ di tutto, a farlo bene e in modo accurato”

Come è arrivato al PS?
Nel corso degli ultimi anni di università ho maturato la scelta di un percorso postlaurea che mi fornisse una preparazione ampia e non iper-specialistica, per essere un medico completo. Mi ha sempre attirato il Pronto Soccorso proprio per questo motivo, perché richiede una visione d’insieme del paziente e la capacità di riconoscere le patologie urgenti ed emergenti da trattare subito. Mi sono specializzato in Medicina Interna all’Università degli Studi di Milano con sede al Policlinico, dove ho avuto la fortuna di incontrare maestri speciali e persone molto ricche e accoglienti. Tra le esperienze di reparto fatte nel corso della specializzazione (Medicina Interna ad indirizzo ematologico ed immunologico, Cardiologia d’Urgenza, Medicina d’Urgenza, Rianimazione, Ecografia addome ed ecocardiografia, un’esperienza all’estero a Glasgow in onco-ematologia) ho apprezzato molto i mesi trascorsi in Pronto Soccorso all’Ospedale Niguarda. Da lì la scelta di iniziare proprio qui la mia attività lavorativa. Nonostante qualche difficoltà iniziale, ora mi sento “a casa”. Devo ammettere che anche i fatti della vita, tra cui la perdita in un tragico incidente stradale di mio fratello Marco, mi hanno dato una spinta in più.

Di cosa si occupa?
Ho approfondito il tema della pericardite acuta elaborando un protocollo ad uso interno. Da poco, insieme ad alcuni colleghi, tengo delle lezioni per gli specializzandi di Medicina d’Emergenza-Urgenza sulla gestione del dolore toracico in Pronto Soccorso. Partecipo al gruppo di lavoro interdisciplinare che si occupa della donazione di organi e tessuti a scopo di trapianto. Mi occupo, inoltre, con medici ed infermieri di Pronto Soccorso, della gestione del Piano di emergenza intraospedaliero per il massiccio afflusso di feriti (PEIMAF), facendo da tutor in corsi formativi. Come volontario, lavoro da alcuni anni in Extrambu, un ambulatorio di medicina generale aperto all’interno dell’Ospedale per l’assistenza a pazienti stranieri senza permesso di soggiorno.

Cos’ha di particolare il Pronto Soccorso?
Il Pronto Soccorso è una palestra perfetta, perché insegna a fare un po’ di tutto, a farlo bene e in modo accurato, a farlo il più velocemente possibile per poter soddisfare le richieste di molti. Lavorare in Pronto Soccorso è molto stimolante, formativo, consente di confrontarsi con tutti gli specialisti e di imparare da loro, di lavorare in squadra con infermieri e medici, richiede grande professionalità, senso critico, destrezza, impegno. E’ un ambiente spesso caotico, che talora espone a rischi, in cui ci si confronta coi tanti bisogni dei pazienti, le richieste dei parenti, le fragilità delle persone e le carenze della società. I turni di lavoro sono molto faticosi, anche per la necessità di tenere sempre alta l’attenzione e di gestire contemporaneamente molti pazienti.

Lei è un po’ della fascia di mezzo degli “operativi”, non è appena arrivato ma non è neanche un “senior”. Come si rapporta con le due fasce? Che differenze vede?

In PS a Niguarda ho la fortuna di lavorare con tanti colleghi esperti, con cui spesso mi confronto. Da loro ho imparato e continuo ad imparare molto. Nel corso degli anni sono arrivati tanti specializzandi e medici giovani, entusiasti e abili, a cui cerco di dare supporto e che consiglio in caso di bisogno mettendo a disposizione le mie conoscenze e competenze. Devo dire che ho un buon rapporto sia con gli uni che con gli altri. L’esperienza e l’alta professionalità da un lato e l’entusiasmo e abilità dall’altro mi stimolano. Ci sono tanti validi infermieri che mi aiutano a migliorare sempre (e ogni tanto mi dicono di fare presto!!)

Fuori dal Pronto Soccorso cosa le piace fare?
Mi piace correre, a piedi e con la bicicletta da corsa, camminare in montagna, specialmente sulle fantastiche Dolomiti del Trentino-Alto Adige, fare lavori manuali (giardinaggio, imbianchino, smerigliatore, cuoco..). Da molti anni suono il pianoforte, canto nella corale parrocchiale e suono l’organo nelle funzioni liturgiche.

Cosa si sente di dire ai soci e ai futuri soci dell’Associazione Piesse?
Il Pronto Soccorso da sempre è il fondamento del Sistema sanitario nazionale, facendosi carico dei bisogni di moltissimi pazienti, polipatologici e fragili, delle urgenze-emergenze e delle cronicità, gestendo il flusso dei ricoveri ospedalieri. Durante la pandemia da COVID19 ha dimostrato di sapersi sempre adattare e di gestire la complessità dei pazienti e la riorganizzazione ospedaliera. Nonostante questo, il valore del lavoro in Pronto Soccorso spesso non è adeguatamente riconosciuto dalle istituzioni, anche dal punto di vista economico. Aderire all’Associazione Piesse è un modo per sostenere la salute pubblica, per investire nella formazione del personale che lavora in Pronto Soccorso e nell’innovazione, per garantire le cure in ambienti adeguati e accoglienti, insomma per contribuire al bene comune.

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